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Redazione 18 Aprile 2025 0 Comments

Benvenuti sul blog dello Studio La Porta “Dottori Commercialisti e Revisori Legali”. In questo articolo approfondiremo tutto ciò che c’è da sapere sul fisco e sulle tasse, fornendo una guida completa per orientarsi nel complesso mondo della fiscalità.

Nuovi Chiarimenti 2025 per il Regime Impatriati su Requisiti e Accesso alle Agevolazioni Fiscali

 

Il nuovo regime fiscale agevolato per i lavoratori impatriati ha recentemente ricevuto importanti chiarimenti dall’Agenzia delle Entrate, che ha fornito precisazioni fondamentali su requisiti, condizioni e casi particolari. Le risposte a interpello 70/E, 71/E, 72/E e 74/E del 12 marzo 2025 hanno affrontato diversi aspetti controversi, con particolare attenzione alla cittadinanza e al titolo di studio dei potenziali beneficiari. Queste interpretazioni aprono nuove prospettive per i professionisti italiani all’estero e per i cittadini stranieri che intendono trasferirsi in Italia, chiarendo i requisiti di accesso e le agevolazioni fiscali disponibili.

Il Quadro Normativo del Regime Impatriati

Il regime fiscale agevolato per i lavoratori impatriati è disciplinato dall’articolo 5 del Decreto Legislativo n. 209/2023, che ha introdotto significative modifiche rispetto alla normativa precedente. Questa disposizione si applica ai contribuenti che trasferiscono la loro residenza fiscale in Italia a partire dal periodo d’imposta 2024.

La norma prevede che i redditi di lavoro dipendente, assimilati e autonomo prodotti in Italia concorrano alla formazione dell’imponibile IRPEF limitatamente al 50% del loro ammontare, fino a un massimo di 600.000 euro annui.

L’agevolazione rappresenta un incentivo sostanziale per attrarre talenti e professionalità in Italia, sia italiani che stranieri, offrendo un regime fiscale vantaggioso per chi decide di trasferire la propria residenza nel nostro Paese. Questa misura si inserisce in un contesto più ampio di politiche volte a contrastare la fuga di cervelli e a favorire il rientro di competenze qualificate.

Una delle caratteristiche più interessanti del nuovo regime è la possibilità di ottenere un ulteriore beneficio in presenza di figli minori a carico, rendendo la misura particolarmente attrattiva per nuclei familiari.

Requisiti Fondamentali per Accedere al Regime

Per poter beneficiare del regime fiscale agevolato, i contribuenti devono soddisfare specifiche condizioni previste dalla normativa:

  1. Impegnarsi a mantenere la residenza fiscale in Italia per almeno quattro anni consecutivi.

  2. Non essere stati fiscalmente residenti in Italia nei tre periodi d’imposta precedenti il trasferimento.

  3. Possedere requisiti di elevata qualificazione o specializzazione, come definiti dal Decreto Legislativo n. 108/2012 e dal Decreto Legislativo n. 206/2007.

Il secondo requisito è soggetto a modifiche nel caso in cui il lavoratore presti la propria attività in Italia per lo stesso datore di lavoro presso cui era impiegato all’estero o per un’azienda dello stesso gruppo. In tali circostanze, il periodo minimo di permanenza all’estero può estendersi fino a sei o sette anni, a seconda delle specifiche condizioni.

Chiarimenti su Cittadinanza e Residenza Precedente

Una delle questioni più rilevanti affrontate dall’Agenzia delle Entrate riguarda la possibilità per i cittadini stranieri, che non sono mai stati residenti in Italia, di accedere al regime agevolato. Con la risposta n. 70/E, l’Agenzia ha definitivamente chiarito che l’applicazione della nuova disciplina non è subordinata a una precedente residenza del beneficiario nel territorio italiano.

Il caso esaminato riguarda un cittadino estero che intende trasferirsi in Italia dal 2025 e aprire una partita IVA per svolgere la professione di consulente aziendale. L’Agenzia ha confermato che, soddisfacendo tutte le condizioni previste, il richiedente potrà usufruire della detassazione del 50% sul reddito prodotto in Italia, nonostante non sia mai stato residente nel nostro Paese.

Questa interpretazione amplia significativamente la platea dei potenziali beneficiari, includendo anche professionisti stranieri che desiderano stabilirsi in Italia per la prima volta, contribuendo così all’internazionalizzazione del mercato del lavoro italiano.

Il Requisito della Qualificazione Professionale Senza Laurea

Un altro aspetto cruciale chiarito dall’Agenzia delle Entrate riguarda la possibilità di accedere al regime agevolato anche in assenza di un titolo di laurea. Le risposte n. 71/E e n. 74/E hanno affrontato questo tema, fornendo indicazioni preziose per i professionisti che, pur non possedendo un titolo accademico, hanno maturato significative esperienze lavorative.

Nel caso della risposta n. 71/E, l’Agenzia ha esaminato la situazione di un cittadino italiano residente all’estero, intenzionato a rientrare in Italia dal 2026, con esperienza professionale nel settore del Project Management. L’Agenzia ha precisato che il requisito di “elevata qualificazione o specializzazione” può essere soddisfatto alternativamente attraverso un titolo di istruzione superiore o una qualifica professionale elencata nell’articolo 27-quater del Testo unico immigrazione.

Analogamente, con la risposta n. 74/E, l’Agenzia ha considerato il caso di un cittadino italiano iscritto all’AIRE e residente a Londra dal 2019, impiegato come “End User Computing Specialist”. Anche in questa circostanza, l’Agenzia ha ritenuto che l’esperienza professionale triennale in qualità di specialista nel settore delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione (classificazione ISCO08, n. 133 e n. 25) possa soddisfare il requisito di elevata qualificazione richiesto dalla normativa.

Queste interpretazioni sono particolarmente significative poiché valorizzano l’esperienza professionale e le competenze acquisite sul campo, equiparandole, ai fini dell’accesso al regime agevolato, ai titoli di studio formali.

Casi Particolari: Lavoratori dello Stesso Gruppo

La risposta n. 72/E ha invece affrontato un caso più specifico, relativo a un cittadino italiano iscritto all’AIRE dall’ottobre 2018 e all’estero per lavoro da novembre dello stesso anno, che svolge la propria attività professionale all’estero per una società dello stesso gruppo di quella per cui lavorava in Italia dal 2008.

In questa situazione, l’Agenzia ha chiarito che se il contribuente ha spostato la propria residenza in Italia a gennaio 2025 per esercitare un’attività di lavoro autonomo presso una società dello stesso gruppo della società per la quale è stato impiegato all’estero, e per la quale lavorava in Italia anche prima del suo trasferimento all’estero, non potrà usufruire dell’agevolazione perché non soddisfa il requisito della permanenza all’estero per sette anni.

Questo chiarimento è fondamentale per evitare utilizzi impropri del regime agevolato, assicurando che i benefici fiscali siano concessi solo a chi rispetta pienamente i requisiti previsti dalla normativa.

Prospettive e Implicazioni Pratiche

I recenti chiarimenti dell’Agenzia delle Entrate offrono un quadro più definito e accessibile del regime fiscale agevolato per i lavoratori impatriati. Le precisazioni su cittadinanza, titolo di studio e requisiti di qualificazione professionale rappresentano un passo importante verso una maggiore inclusività della misura.

In particolare, l’apertura verso i cittadini stranieri che non sono mai stati residenti in Italia e verso professionisti senza titolo di laurea ma con significative esperienze lavorative amplia notevolmente la platea dei potenziali beneficiari. Questo approccio più flessibile potrebbe contribuire ad attrarre in Italia talenti e competenze da tutto il mondo, favorendo l’internazionalizzazione e la competitività del sistema economico italiano.

Allo stesso tempo, i chiarimenti sui periodi minimi di permanenza all’estero per chi lavora per lo stesso datore di lavoro o per aziende dello stesso gruppo assicurano che il regime agevolato mantenga la sua finalità originaria, evitando utilizzi impropri o elusivi.

Conclusione

risposta n. 70

risposta n. 71

risposta n. 72

risposta n. 74

I recenti chiarimenti dell’Agenzia delle Entrate sul regime fiscale agevolato per i lavoratori impatriati rappresentano un’evoluzione significativa nell’interpretazione della normativa. L’ampliamento dei potenziali beneficiari, l’inclusione di professionisti senza titolo di laurea ma con elevata specializzazione e la possibilità per i cittadini stranieri di accedere al regime anche senza una precedente residenza in Italia sono tutti elementi che rendono questa misura fiscale più accessibile e attrattiva.

Per i professionisti e i consulenti fiscali, questi chiarimenti offrono indicazioni preziose per assistere i propri clienti nella valutazione dell’applicabilità del regime agevolato alle loro specifiche situazioni. Al contempo, per i potenziali beneficiari, sia italiani che stranieri, le nuove interpretazioni aprono interessanti opportunità di pianificazione fiscale in vista di un trasferimento in Italia.

Il regime fiscale agevolato per i lavoratori impatriati si conferma così uno strumento importante nella strategia di attrazione di talenti e competenze in Italia, con potenziali ricadute positive sull’economia e sul sistema produttivo del Paese. Hai dubbi?